Lo scorso Sabato mattina a Cadelbosco si è tenuto un dibattito sul tema della lotta contro le mafie, a cui ha partecipato il referente regionale di Libera Daniele Borghi, il sindaco di Castelnovo nè Monti ed altre autorità militari e religiose del paese. Con l'occasione sono state scoperte le targhe che intitolano a "Via 21 marzo" e "Piazzale vittime innocenti delle mafie" la strada e la piazzetta antistanti il teatro. E' stata una bellia iniziativa a cui il nostro consigliere Giansoldati è molto rammaricato per non aver potuto partecipare (trovandosi in quei giorni lontano da Cadelbosco). Tutte le compagne ed i compagni di Rifondazione di Cadelbosco sono convinti che qualsiasi azione utile a sensibilizzare i cittadini sulle mafie è assolutamente apprezzabile e da sostenere in tutte le sedi.
Però qualche osservazione va fatta, senza polemica ma, anzi, con spirito costruttivo e propositivo.
Però qualche osservazione va fatta, senza polemica ma, anzi, con spirito costruttivo e propositivo.
Qualche anno fa Leonardo Sciascia suscitò un enorme scalpore pubblicando un articolo intitolato "I professionisti dell'antimafia", sostenendo che in Sicilia il modo migliore per fare carriera in politica o in magistratura è dichiararsi antimafioso, usare l'"antimafia come strumento di potere", come mezzo per diventare potenti ed intoccabili. L'articolo di Sciascia fu un grosso errore, in quanto era assolutamente inaccettabile che addirittura si attaccasse - come fece Sciascia in quell'articolo - Paolo Borsellino. Ed il tempo e la storia che purtroppo ne è seguita hanno dato torto a Sciascia.
Ma il messaggio che, forse, Sciascia avrebbe voluto far passare (sbagliando completamente il modo) è che esiste il rischio che si pensi che - data per certa l'azione della magistratura e delle Forze dell'Ordine - la mafia possa esser combattuta dalla Società Civile SOLO con gesti dall'alto valore simbolico. Questi hanno, certamente, un'importanza fondamentale, poiché la mafia costruisce il consenso e dunque acquisisce il controllo del territorio - e delle persone - non soltanto usando la pistola, ma andando a riempire i vuoti lasciati colpevolmente dallo Stato e dalla politica. Però ai gesti simbolici devono assolutamente seguire atteggiamenti coerenti: ad esempio, condannare senza incertezze il comportamento del Sindaco di Brescello per le sue considerazioni su Francesco Grande Aracri. O non chiedere di emendare un Ordine del Giorno in Consiglio Comunale perchè se ne vuol edulcorare la parte in cui si parla di connivenze con il mondo politico e imprenditoriale. Questo ci si aspetta da chi intitola una via alle vittime innocenti delle mafie: prese di posizione forti, chiare, senza rischio di equivoci.
La DENUNCIA è un'arma potente che la Società Civile ha per combattere le mafie e quest'arma è ancora più potente se ad adoperarla sono i politici e gli amministratori delle nostre città.
Ad ogni modo, Rifondazione Comunista auspica che il PD cadelboschese, con il suo neo-segretario Giuseppe Spadavecchia, inauguri una nuova stagione di trasparenza e chiarezza: con prese di posizione nette anche contro certe nefandezze che stanno interessando il partito di maggioranza di Cadelbosco in tutt'Italia. Condanne "senza se e senza ma" di situazioni poco chiare di cui sono protagonisti colleghi del loro stesso partito.
Auguriamo al Partito Democratico di Cadelbosco tanto tanto coraggio, sinceramente.
Circolo di Rifondazione di Cadelbosco di Sopra
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