domenica 2 luglio 2017

IL PD DI CADELBOSCO SI RIMANGIA IL REGISTRO DEL TESTAMENTO BIOLOGICO

Dovevamo aspettarcela! E' vero che fino ad ora ben poche delle promesse elettorali fatte dal PD di Cadelbosco è stata realizzata (Citiamo la ripubblicizzazione dell'acqua perché è sicuramente il voltafaccia più clamoroso, ma anche, ad esempio, la diretta delle sedute dei Consigli comunali, ecc...), tuttavia, su un argomento così delicato come l'istituzione di un Registro pubblico delle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento (DAT), ci aspettavamo un comportamento un po' più serio da parte della maggioranza del PD in Comune. La storia merita di essere raccontata dall'inizio.
Nel Consiglio comunale del 15 giugno 2015 (oltre due anni fa!) un Ordine del giorno  presentato dal Gruppo di Rifondazione comunista, che chiedeva l'istituzione di un Registro comunale delle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento (DAT, cioè Testamento biologico) fu approvato all'unanimità. Qualche mese dopo, ad una richiesta informale sull'argomento del consigliere Pietro Giansoldati, la Sindaca rispondeva che "il Registro era quasi pronto". Dopo due anni da quel voto unanime, stanchi per la lunga, infruttuosa attesa, Rifondazione presentava in Consiglio una Interrogazione sulle ragioni di questo lungo, inspiegabile ritardo nella redazione di tale Registro. La risposta è giunta in occasione del Consiglio comunale del 21 giugno 2017: il Registro sulle DAT, ci ha fatto sapere l'Assessore (nuovo di zecca) Giuliana Esposito, non è stato ancora predisposto, vuoi per un problema di assenza di norme sulla protezione dei dati personali, vuoi per l'assenza di norme specifiche in materia di "fine vita"!
L'assessore Esposito, poi, quasi a consolarci per la lunga, inutile attesa, ci faceva sapere che "l'attesa di due anni era stata ben riposta"! perché la Camera, il 27 aprile 2017, aveva finalmente approvato un disegno di legge  sul Testamento biologico che ora è all'esame del Senato ma che, aggiungeva l'Assessore, non prevede né pratiche di suicidio assistito, né sedazione palliativa profonda (così il ì il malato, stanco di soffrire, la smette di "pretendere" di soffrire di meno o di non soffrire più, aggiungiamo noi!). 
Quindi, si chiederà chi legge,  non abbiamo un Registro sulle DAT ma abbiamo una norma sul fine vita? Ovviamente no. Non temiamo l'accusa di pessimismo se manifestiamo molte perplessità sulla possibilità di avere una legge decente in materia di Testamento biologico nell'arco di questa legislatura, mentre, nessuno può ipotizzare cosa accadrà, su questa materia, nella legislatura che avrà inizio nella primavera del 2018.
Ma qui il problema è un altro: non abbiamo nessuna fiducia in questa classe politica che ci sgoverna da molti decenni, incapace, corrotta, zerbino genuflesso del Vaticano. Speravamo che i Comuni italiani, tutti i comuni italiani, in un sussulto di dignità si riprendessero lo spazio che politicamente e moralmente compete loro quali veri ed unici rappresentanti dei loro cittadini. Invece no, assistiamo ogni giorno di più alla rinuncia da parte delle amministrazioni comunali a far sentire la propria voce. I sindaci si sono trasformati in piccoli prefetti locali, pallidi luogotenenti delle province lontane proni al potere centrale che non hanno neppure il coraggio di "riferire a Roma" come la pensano i cittadini, sulla loro vita sulla loro morte. Perciò, ognuno si arrangi come meglio può. Chi ha i soldi può  percorrere la stessa strada per la Svizzera che percorrevano le donne con i soldi negli anni in cui in Italia l'aborto era reato. Chi non ha i soldi soffra con dignità, se può. Una delusione cocente!