Pietro Giansoldati |
Lo scorso 30 Ottobre si è tenuto presso il nostro Circolo di Cadelbosco Sopra l'incontro a cui ci è piaciuto dare il nome "A noi piace il Rosso!". E' stato un momento importante per fare alcune riflessioni, che vorrei condividere con chi legge, qui nelle pagine del nostro sito.
Nell’era d’oro dei diritti e delle certezze nel futuro, a cavallo del millennio scorso, si era consolidato un modo di dire: “Siamo nel 2.000!”. Come a dire che, ormai, certe cose non si potevano più accettare e certi diritti non potevano più essere messi in discussione. Da quattordici anni siamo nel 2.000 e, purtroppo, le cose non sono andate come nelle attese. Molti diritti civili e umani si sono sbriciolati e i “diritti acquisiti” vanno difesi con le unghie e con i denti per non farseli portar via.
Nell’era d’oro dei diritti e delle certezze nel futuro, a cavallo del millennio scorso, si era consolidato un modo di dire: “Siamo nel 2.000!”. Come a dire che, ormai, certe cose non si potevano più accettare e certi diritti non potevano più essere messi in discussione. Da quattordici anni siamo nel 2.000 e, purtroppo, le cose non sono andate come nelle attese. Molti diritti civili e umani si sono sbriciolati e i “diritti acquisiti” vanno difesi con le unghie e con i denti per non farseli portar via.
Per un certo tempo la gente si consolava dicendo:” Quando avremo toccato il fondo, non si potrà che risalire”. Ma poi si è constatato che il “fondo” non c’era e che continuavamo (e continueremo) a precipitare, senza fine...
Non parliamo solo del pianeta terra che è in preda a guerre sanguinose e fratricide ovunque e a migrazioni bibliche segno di una sofferenza senza confini. Parliamo anche dell’Italia in cui disoccupazione (soprattutto giovanile), povertà e disperazione sono sempre più in crescita.
L’Emilia Romagna, Reggio Emilia, erano il simbolo del buon governo e di uno stato sociale avanzato: le scuole più belle del mondo, la sanità migliore d’Italia,…Qui c’erano i comunisti e l’Italia della speranza guardava a noi. Poi quel partito si è trasformato in un oggetto informe con a capo un bimbo-minchia che nessuno sa dove ci porterà mentre al suo interno, gli ex comunisti, sembrano dei pugili suonati che lasciano fare al bimbo le peggiori schifezze.
Di tutto questo si è parlato Giovedì sera 30 ottobre al Circolo di Rifondazione Comunista di Cadelbosco. C’erano tutte le anime della sinistra “che non si arrende” .
Una discussione franca, spontanea, appassionata per dire: BASTA! Per dire che tutte le forze di sinistra, i movimenti dei cittadini, le associazioni sociali, l’Anpi,la Fiom, i sindacati di base,…debbono collaborare insieme ad un urgente progetto di riscatto.
CONTRO questo nuovo Medioevo che avanza, CONTRO questo imbarbarimento dei rapporti umani, CONTRO il tentativo di distruzione delle Stato Sociale, OCCORRE ORGANIZZARE UNA NUOVA RESISTENZA.
Perché il mondo è cambiato (purtroppo), ma le esigenze, i bisogni della gente sono rimasti sempre gli stessi: lavoro sicuro, dignitoso e ben pagato per poter “mettere su famiglia”, per fare dei figli, per costruirsi una casa, per vivere una vita serena con la certezza della Sanità pubblica, della Scuola pubblica realmente gratuita e, un domani, una pensione.
Il mondo è cambiato? MALE! E’ compito di ogni Essere Umano degno di questo nome, OPPORSI, RESISTERE, FARE LA RIVOLUZIONE, se occorre. Basta deleghe in bianco ad una classe politica corrotta, incapace, opportunista che ci ha portati alla rovina.
Per quanto ci riguarda VOGLIAMO CHE IL NOSTRO CIRCOLO DIVENTI UN CENTRO CULTURALE E POLITICO APERTO A TUTTI GLI UOMINI DI BUONA VOLONTA’ CHE NON ACCETTANO QUESTO MISERABILE STATO DI COSE.
Pietro Giansoldati, Consigliere Comunale, segretario del Circolo di Rifondazione di Cadelbosco